Una crepa – studio
Residenza

“ … il linguaggio è una pelle : io sfrego il mio linguaggio contro l’altro. E’ come se avessi delle parole a mò di dita, o delle dita sulla punta delle mie parole. Il mio linguaggio freme di desiderio … ” ( Barthes )

Un lavoro sul dialogo e sull’insorgere del balbettamento che deriva dall’incapacità di comunicare.
L’intuizione è che lo sfasamento prodotto da questa incapacità sia forse lo scarto necessario a creare la relazione.

L’urgenza è quella di sostare nello spazio della relazione. Un luogo sacro, molto difficile da abitare, poiché scopre alla fragilità del non-finito, del non-ancora-nato: uno spazio non protetto in cui esistono infinite possibilità di esistenza.
Il tentativo è quello di vivere la precarietà del divenire, recuperando il conflitto come forma di protesta contro l’isolamento a cui ci stiamo abituando, e di indagare cosa puo’ accadere trasformando la paura della vertigine in “de-siderio”.

Qual’ è la durata della frattura? Cosa produce lo sfasamento? Quali forme genera il desiderio di tornare all’origine da cui ci siamo separati?

Una rottura crea spazio. Una semplice deviazione data da forze in conflitto e tensioni deviate può rappresentare il totale abbandono verso la deriva di due solitudini , ma l’attrazione verso il vuoto vertiginoso che accomuna i due corpi crea il movimento.

Si preferisce cadere nel “de-siderio”, e in un possibile mutamento , attraverso pratiche di linguaggio e dialogo lasciate a esercizi di avvicinamento , slittamento sui vari piani , ripetizioni , prolungamenti , blocchi , lievi spostamenti , variazioni di ritmo.

Concetto : Lucia Guarino , Emma Tramontana
Coreografia : Lucia Guarino
Assistente alla regia : Emma Tramontana
Interpreti : Elisa D’Amico , Lucia Guarino
Produzione : Compagnia Simona Bertozzi / NEXUS
Con il sostegno di : Vivaio del Malcantone, Foligno InContemporanea – SpazioZUT ,La Società dello SPettacolo

Torna su